Pietra madre

68′ – 2024 – ITALIA

SINOSSI

Quattro personaggi gravitano attorno all’Etna, reduci da un sisma recente e sedotti da un’eruzione imminente. Un vulcanologo interpreta i segnali della terra, un sacerdote mantiene viva la speranza dei suoi fedeli terremotati, una guaritrice supporta i suoi accoliti con antiche arti curative, un mistico panteista costruisce una capanna ai piedi del vulcano e fissa la sua meta spirituale sui turbolenti crateri sommitali.

Pietra Madre si misura con l’imprevedibilità della Natura facendone il pilastro della sua narrazione.

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cast & crew

SCRITTO E DIRETTO da Daniele Greco & Mauro Maugeri
PRODOTTO DA Nadia Repetto, Giulia Iannello, Daniele Greco, Mauro Maugeri
PRODUZIONE ESECUTIVA Giulia Iannello
FOTOGRAFIA Mauro Maugeri
MONTAGGIO Antonio Toscano
SUONO Fabio Trombetta
MUSICA Riccardo Leotta
RIPRESE AEREE Luca Barone
AIUTO REGIA Andrea Massimo, Pieralfio Sciuto
ASSISTENTI DI PRODUZIONE Eleonora Maltese, Jerónimo González Costa
POSTER Alessia Scuderi
FOTO Giuseppe Guarrera, Roberta Nanfitò
PRESS Luisa Santangelo

Pietra Madre è una produzione Artescienza SAS a partire dal progetto “Aitna – quattro storie e un vulcano”, realizzato nell’ambito del Patto per lo Sviluppo della Regione Siciliana (Patto per il Sud) FSC 2014-2020.

Boris Behncke è un vulcanologo tedesco membro dell’INGV Etneo, trasferitosi alle sue pendici per poterla osservare da vicino.
Padre Sam guida la parrocchia di Pennisi, colpita nel 2018 da un violento sisma. Il sacerdote, di origine indiana, segue la ricostruzione della chiesa e si cura delle famiglie costrette ad abbandonare le proprie abitazioni.
Bahman Alaj è un professore iraniano in pensione che da vent’anni viene incontro all’Etna per viverla panteisticamente. Dimora per mesi in mezzo al bosco, sale a piedi sulla cima del cratere per “sentire il buco in cui Dio cucina la sua zuppa”. Il suo rapporto coi turisti è decisamente conflittuale.
Nunzia Testa è una maestra di scuola primaria. La sua vita si divide tra l’asilo di Camporotondo Etneo, borgo ai piedi del vulcano, e la sua casa di Ognina. Nunzia è una delle ultime custodi delle tradizionali arti curative che da secoli si tramandano in Sicilia: con preghiere e riti arcaici riesce a guarire piccoli e grandi mali.

NOTE DI REGIA

Partendo da un’indagine socio-antropologica sul rapporto tra l’essere umano e la natura, il documentario racconta la vita dei quattro protagonisti con un approccio immersivo. La fotografia predilige le vedute ampie e, quando si avvicina ai volti, lo fa senza interferire con il movimento interno al profilmico, così da coglierne le loro reazioni autentiche.
Il paesaggio in questo film è però il vero protagonista. Da qui l’idea di sviluppare la storia di quattro possibili declinazioni dell’approccio umano alla mutevolezza della Natura: la scienza, la dottrina della fede, il misticismo e la magia.
Il vulcano e i suoi moti (boati, parossismi, emissioni di gas) rappresentano il principale elemento col quale l’essere umano si confronta e dal quale si lascia condizionare nella ricerca dell’assoluto. La Natura, di cui l’Etna è considerata sineddoche, è intesa qui come soggetto col quale convivere e scontrarsi. E l’innata imprevedibilità della Natura diventa un tema centrale nel film, tema che si fa metacinematografico quando l’istanza indagatrice è quella del documentario: cinema della realtà e quindi dell’imprevedibilità